ITALYAL'Isola della Rugiada Divina

 

 

M A I     P I U’

 

PER NON DIMENTICARE

 

 

 

 

 

 

SCUOLA MEDIA RICCI/MURATORI – III F -        R A V E N N A  - ANNO SCOLASTICO 1999 –

2000.

 

 

Da un’idea di Walter  Paolucci  realizzata in collaborazione con la prof. Graziella Pagani.

 

Hanno lavorato al testo ed alle sceneggiatura i ragazzi e le ragazze della III F della

Scuola Media Ricci Muratori.

Note ed informazioni storiche a cura di Pagani Graziella e Walter Paolucci

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Presentazione.

 

L’Anpi di Russi mi ha segnalato il testo elaborato dai ragazzi e dalle ragazze della TerzaF della Scuola Media Ricci Muratori di Revenna nel corso dell’anno scolastico 1999/2000, suggerendomi di inserirne la rappresentazione nel programma delle iniziative per la commemorazione della liberazione di Russi.

Nell’aderirvi, mi è sembrato utile aggiungere alcune brevissime osservazioni.

Tutti sapete che il nazismo, in nome della superiorità della razza ariana ed in vista di un dominio assoluto della Reich su tutti i popoli,  trascinò la Germania e tutta l’Europa in una tragedia  di sofferenze e di morti oggi difficilmente immaginabili. Per alcuni anni, per troppi anni i popoli del vecchio continente furono schiacciati dal terrore. La guerra costò la vita ad oltre venti milioni di persone, tra civili e militari. Circa sei milioni di ebrei furono assassinati nei campi di concentramento e sterminio. Nessun angolo d’Europa fu risparmiato: sui muri delle città delle nostra stessa provincia  lapidi di marmo ricordano perseguitati politici e uomini e donne di appartenenza ebraica massacrati nelle strade delle città o scomparsi nei forni crematori.

Non pensate che tutto questo sia troppo lontano. Rullano per l’Europa tamburi di guerra, si inneggia di nuovo al primato della razza, si additano i diversi di colore e di provenienza. Immunizzarci contro le antiche grida di odio non è solo una necessità, è un dovere alla quale ci richiamano sempre i principi di civiltà ed umanità della nostra Costituzione Repubblicana, che forse occorrerebbe legge più spesso e con persistente attenzione.

Per queste ragioni è bello  che dei ragazzi e delle ragazze abbiano avuto l’ardire civico di cimentarsi con una materia drammatica come quella del genocidio del popolo ebraico. Tra l’altro, mi è sembrato interessante che, nella produzione del loro lavoro – Mai più – abbiano utilizzato in prevalenza documentazioni e testimonianze provenienti dai persecutori, riservando un rispettoso silenzio alle vittime di quella immane tragedia.

Il Comune di Russi si è addossato l’onere di riprodurre un certo numero di copie del lavoro dei ragazzi e delle ragazze della Scuola Media Ricci Muratori di Ravenna perchè esso sia a disposizione di tutti, in modo particolare di altri ragazzi e di altri insegnanti.

Nel salutare quanti parteciperanno allo spettacolo, non può mancare da parte mia un ringraziamento al   per aver messo a disposizione il teatro.

 

 

                                                Il Sindaco

                                   (             Bolognesi)

 

 

Russi, 11/12/2000.

 

 

 

ATTO I°

 

Il Coro (1).

 

Al centro della scena  ragazzi/ragazze ripiegati come a formare la corolla di un fiore ancora chiuso. A scena aperta cominciano a svegliarsi, si alzano lentamente, si stirano, sbadigliano. Molta gestualità senza parole. I visi sono dipinti in bianco, nero, giallo, rosso. La scena è buia, la luce solo su di loro.

            Dopo qualche istante cominciano a guardarsi attorno, toccarsi, quasi fossero all’inizio della vita, come in realtà vuol essere la rappresentazione simbolica. Parlano balbettando, molta incertezza nelle parole

 

Ragazzi (uno alla volta): Chi sono? Dove sono? A cosa servo?

La ragazza del centro (alzandosi) Chi siamo noi? (aiuta gli altri ad alzarsi e rivolge una domanda ad alcuni ragazzi) Lo sai tu? E tu? Nemmeno tu? No? ma allora chi ce lo può dire?

 

 

Da sinistra entrano in scena quattro personaggi. Hanno i visi bianchi di biacca. Avanzano lentamente, hanno in mano della frutta ed un grande libro con delle grandi scritte non leggibili dal pubblico. Hanno aspetti di persone mature, non senili. Il bianco dei visi indica il passato.

 

Ragazzi: E voi chi siete? Ci fate paura con quei vostri visi di morte. Non fateci del male.

 

Ragazzo del passato 1: Non abbiate paura, non vogliamo farvi del male.

Ragazzo del passato 2: Vi portiamo doni. (Avanzano fino ai ragazzi del coro. Allungano le braccia e offrono doni che tenevano in mano)

Ragazzo del passato 3: Questi sono i beni della terra e dell’uomo, che vi portiamo dal passato.

Ragazzo del passato 3: Sono per voi e per quelli che vengono dopo di voi, così come è stato per le generazioni passate.

 

Sulla destra compaiono sette ragazzi/ragazze, coi visi colorati a piacere, senza rispetto per possibili distinzioni geografiche. Colori vivaci, punk, anche i capelli devono essere dipinti. Si siedono in silenzio leggermente protesi in avanti come in attesa.        

 

Il coro: Ma cosa dobbiamo farne, se non sappiamo nemmeno chi siamo, né quale dovrà essere il nostro cammino?

 

Ragazzo del passato 2: Non temete. Gustate i frutti che vi diamo. Vi daranno forza, energia.

Ragazzo del passato 3:Così potrete leggere con attenzione il grande libro che vi abbiano portato.

Ragazzo del passato 1:Lì imparerete ciò che è necessario, le gioie della vita che nasce e cammina per il mondo, la fatica di essere uomini e donne, la durezza del lavoro

Ragazzo del passato 4: ..... ma anche il dolore, la miseria, la ferocia. Imparare, conoscere………

 

Il coro: Sì, ma poi….sono cose difficili, non adatte per noi che siamo appena nati alla vita…….come potremo sostenere il peso di tutto questo?

 

Ragazzo del passato 1:  Leggete, ragionate, pensate senza paura, liberamente come se per voi il mondo fosse nuovo…….

 

Il coro:  Anche così abbiamo paura…….

 

Ragazzo del passato 4: Non  tenete per voi quello che imparate. Guardatevi attorno. Raccontatevi e fatevi raccontare. Ragazzo del passato 2: Crescerete e non avrete più paura. Dividete con il mondo i frutti che vi abbiamo portato in eredità. (Depositano a terra i doni, indietreggiano e scompaiono)

 

Musica

 

In scena ancora il coro. A semicerchio rivolto verso il pubblico. In mezzo il grande libro “della vita”. Con delle pagine sfogliate quasi fino alla fine. Quelli del coro parlano tra loro.

 

Il coro (tutti): Capire e’ difficile.

Ragazzo 1: Le persone dal viso bianco ci avevano detto che in questo grande libro avremmo trovato storie di uomini e regni, gioie e dolori. 

Tutti: Non è stato così! 

Ragazzo 6: Forse abbiamo letto male o non abbiamo capito.

Tutti: Quante sofferenze tremende, sangue e sangue, di sacrifici ad idoli di latta, guerre, ferocia di uomini contro uomini, i tanti contro i pochi, i forti contro i deboli, fino a ieri, fino ad oggi, appena oltre il mare o lontano tra gente nera, bambini feriti dalla fame e straziati dalle armi. 

Ragazzo 5:O qui tra noi, da secoli, ieri per la razza superiore, quasi che gli uomini e le donne non fossero uguali.

Ragazzo 3: Troppi, sì’, troppi i dominatori sanguinari, gli imbianchini della razza,  burattinai/burattini come questo.

 

Mentre il coro parla rivolto al pubblico, alle loro spalle lavorano due o tre ragazzi, i soliti con il berretto di carta di muratori, le tute da lavoro macchiate di vernice. Installano, pezzo a pezzo, un teatrino di burattini (il modello potrà essere copiato da qualche libro di teatro popolare o anche inventato. Il materiale è deteriorabile. Si potrebbe vedere se basta una grande scatola di cartone appoggiata su un tavolino coperto da un telo per nascondere il burattinaio/recitante. I ragazzi/e operai si ritirano quando il coro sta finendo di parlare. Il coro esce lentamente. Dal buco del teatrino si muove una marionetta di Hitler, semplicissima:  viso bianco, due baffetti neri e i capelli, ugualmente neri, di traverso sulla fronte. Per vestiti una divisa marroncino con una cravatta scura. Porta una cintura militare. Il resto non si vede, è costituito dalla parte manovrata con le mani infilate sulle braccia di stoffa. Il burattino gesticola, emette grida, pronuncia parole incomprensibili. Pian piano la voce, sempre alta e violenta, si fa comprensibile, nitida, scandita. Come tutti i burattini è manovrato da dietro le quinte del teatrino.

 

Il coro avanza, si guarda attorno e verso il pubblico, interrogandolo direttamente.

 

Il burattino agitatissimo: Il debole deve essere spazzato via. Alleverò una gioventù che spaventerà il mondo, dominatrice, terribile.( Con suoni solo vocali si sente il boato di un applauso). Lo sparviero, animale rapace, deve brillare nei suoi occhi. Non voglio un’educazione intellettuale. Il sapere mi rovina la gioventù. La voglio forte ed atletica (boato delle ovazioni). I giovani devono imparare il senso del dominio! Il nostro movimento sostiene il principio dell’autorità assoluta del capo ( Ovazioni, mentre sul teatrino si spegne la luce).(2)

 

            Il coro avanza, si guarda attorno e verso il pubblico, interrogandolo direttamente.

 

Ragazzo 4: Vi ricordate? Qualcuno di voi ci doveva essere. Non solo lontano, in Germania, in Polonia.

Ragazzo 2: Proprio qui a Ravenna, Lugo, Faenza, Santerno!

 

In diapositiva proiettare sulla parete in faccia al pubblico la lapide di Piazza Garibaldi dedicata agli ebrei passati per Ravenna.

Ragazzo 7: Quando mai ce lo avete raccontato? O forse anche voi non sapete od avete dimenticato?

 

Appoggiano il libro in verticale su una delle pareti della scena. S’intravedono fotografie e scene di guerra, appena visibili, disegnate grossolanamente, sfumate. Diapositive di immagini di guerra, mostri spaziali, funghi atomici, buchi nell’ozono sullo sfondo.. Escono di scena.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scena 2°.

 

 

 

IL BOICOTTAGGIO

 

 

Scena vuota. Nuda. Entrano in scena alcuni ragazzi. Sono vestiti normalmente come fossero lavoranti di scena. Magari un berretto di giornale in testa, una tuta macchiata di vernice colorata. Hanno in mano cartoni. Vi sono disegnati in modo approssimativo, proprio con pennelloni grossi e tempere  sagome di negozi, sette otto, in testa ai quali campeggiano le scritte. MACELLAIO” - “ORO E GIOIELLI” “SCARPE PER UOMO, DONNA, UOMO E BAMBINI” “AVVOCATO M” “DOTT. S – MEDICO SPECIALISTA”, almeno due per categoria. Scritte dai colori vivaci, con quelle lettere acide che i giovani trascrivono sui muri della città. Comunque leggibili. Con dello scotch o puntine da disegno le appendono alle pareti libere e se ne vanno. In primo piano un cartello, questo più visibile ancora, con la scritta BOICOTTAGGIO. GERMANIA 1933”

 

Sulla scena vuota rimbomba una voce fuori campo che legge gli ordini dati dal Partito Nazista

V.f.C.. (forte, chiara, da speaker, senza emozioni)

Nessun tedesco farà più le sue compere in un negozio ebreo, nè farà più stimare le sue merci da un ebreo o dai suoi agenti.

Il boicottaggio deve essere generale, deve essere fatto da tutto il popolo e deve colpire gli ebrei nel punto più sensibile.

Le SA e le SS riceveranno l’ordine di appostarsi davanti ai negozi ebrei dal momento in cui l’azione di boicottaggio avrà inizio per avvertire la popolazione di non entrare in quei negozi.

L’inizio del boicottaggio dovrà essere comunicato con manifesti culturali, volantini, attraverso la stampa.

 

Senza parlare entra una “marionetta” col viso bianco e gli occhi cerchiati di scuro. Cammina con le braccia e le gambe rigide. Tiene in mano un barattolo di vernice o tempera bianca. Si ferma davanti ad un negozio e mette a terra il barattolo. La voce fuori campo ripete gli ordini già dati prima. Entrano in scena altre due marionette con in mano dei grossi pennelli di setola. Stessa maschera del viso. Avanzano in fila indiana. Il primo, come arriva davanti ai negozi, immerge il pennello nella vernice e traccia su due o tre dei negozi una grande “J”. Il secondo ugualmente immerge il pennello nel barattolo di vernice e traccia una gran croce sui negozi con la scritta “J”.  La vernice deve essere abbondante e spruzzare in giro. Il primo, che aveva assistito alla scena, raccoglie il barattolo, si mette a capo della fila indiana. Escono di scena sempre con il, asso rigido della marionetta, accatastando, accanto al libro della vita, ma visibile, il cartello “Boicottaggio. Germania 1933 . Senza dire una parola.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scena 3°

 

 

LE LEGGI SULLA RAZZA

 

           

I poster imbrattati ed il cartello sul boicottaggio restano appoggiati ad una parete. Entrano i due ragazzi di prima, sempre con il berretto di giornale in testa e la tuta macchiata di biacca, appoggiano in primo piano un cartello, anche questo scritto con colori acidi moderni, Norimberga 1935. Legge per la protezione del sangue e dell’onore tedesco (15 settembre 1935). Accanto all’altro cartello parallelo ad esso ed in faccia al pubblico col titolo: La vacanza  della moglie ebrea”. Musiche d’epoca, discrete, in sottofondo.

Escono di scena e rientrano portando in scena un tavolino,  valige e bauli da viaggio, un attaccapanni verticale. All’attaccapanni sono appesi abiti; in terra una cappelliera aperta. Sulla poltrona un cappello femminile, nero a larghe tese, qualche vestito. Valigie aperte.

           

Voce fuori campo quasi come da un megafono, forte, chiara, da speaker, senza esagerare. Senza emozioni . Legge, come nella scena precedente, come fosse uno speaker radiofonico, con correttezza ed indifferenza, alcuni articoli della legge sulla purezza della razza .

 

 

V.f.C.: Legge per la protezione del sangue e dell’onore tedesco (15 settembre 1935).

 

Art. 1. Sono proibiti i matrimoni tra ebrei e cittadini dello stato di sangue tedesco o affine.  I matrimoni già celebrati sono nulli anche se celebrati all’estero per sfuggire a questa legge.

Art. 2. Sono proibiti i rapporti extraconiugali tra ebrei e cittadini dello stato di sangue tedesco ed affine.

Art. 3. Gli ebrei non potranno assumere al loro servizio come domestiche cittadine di sangue tedesco od affine sotto i 45 anni.

Art.5. Chi contravviene al divieto dell’art. 1 viene punito con il carcere duro.....Chi contravviene alle norme dell’art. 3......viene punito con la prigione fino ad un anno e con una multa o pene di questo genere”

 

Disposizionioni amministrative: “E’ proibito ad ebreo ed ebrea che possieda un barboncino o altro animale da pelo portarli per la tosatura  da parrucchiere di sangue tedesco e affine....E’ proibito altresì accoppiare per la riproduzione un cane di padrone ebreo/ebrea con cane di padrone di sangue tedesco od affine...”

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La  moglie ebrea (3)

 

Da Brecht “Terrore e miseria del Terzo Reich.. Costume attendibilmente d’epoca. Entra una donna giovane, elegante: sta preparando i bagagli; è indecisa sugli abiti da ripiegare.

            Ricordarsi: la donna sdrammatizza la sua partenza, quasi si trattasse di andare in vacanze. Dialogo familiare, in cui il marito chiaramente non capisce o fa finta di non capire.

              

               Entra il marito.

 

Marito: Cosa fai? Riordini?

Moglie: No

Marito: Perchè fai i bauli?

Moglie: Vorrei partire

Marito: Cosa significa?

Moglie: Ma sì, diverse volte se ne è parlato, che me ne andassi via per un pò. Ormai qui non si sta più tanto bene.

Marito: Ma che pazzia è questa?

Moglie: Devo restare?

Marito: Dove vorresti andare?

Moglie: Ad Amsterdam. Via di qui, insomma.

Marito: Ma là non hai nessuno.

Moglie: No

Marito: Perchè non vuoi restare? Non è certo per causa mia che devi partire.

Moglie: Ma no

Marito: Sai che sono sempre lo stesso. Lo sai, vero, Judith!

Moglie: Sì.

 

Egli l’abbraccia. Rimangono fermi, muti, in mezzo ai bauli

 

Marito: E non c’è qualche altra ragione che ti spinge a partire?

Moglie: Lo sai anche tu

Marito: Forse non hai torto. Hai bisogno di respirare. Qui si soffoca. Verrò a riprenderti. Già due giorni dopo che avrò passato la frontiera, mi sentirò meglio.

Moglie: Sì, faresti bene.

Marito: Del resto, qui non può durare a lungo. Da una parte o dall’altra verrà la spinta. Passerà, come un’infiammazione......E’ proprio una disgrazia.

Moglie: Hai incontrato Schock?

Marito: Sì, cioè, solo per le scale. Ho l’impressione che già gli rincresca di aver tagliato i ponti con noi. Ho visto benissimo che era imbarazzato. A lungo andare non possono continuare a comprimerci, noi animali intellettuali. E nemmeno potranno fare la guerra se non avranno altro che dei relitti senza spina dorsale. E poi, la gente, se si ha il coraggio di affrontarla, non ha mai tanta boria  Bè’, quando conti di partire?

Moglie: alle nove e un quarto.

Marito: E dove devo mandarti il denaro?

Moglie: Fermo posta ad Amsterdam, direi.

Marito: Mi farò fare un permesso speciale. Diavolo, non posso mica mandar via mia moglie con dieci marchi al mese? Che porcheria tutto questo! Mi viene la nausea.

Moglie: Se verrai a riprendermi ti farà bene.

Marito: poter leggere almeno un giornale dove ci sia scritto qualcosa Moglie: Ho telefonato a Gertrud. Si occuperà di te.

Marito: Non c’è bisogno. Per qualche settimana........

Moglie (che ha ricominciato a fare la valigia) Passami la pelliccia, per piacere.

Marito: (porgendogliela) In fin dei conti si tratta di qualche settimana.

 

Al termine, mentre i personaggi escono di scena, alcuni ragazzi scendono fra il pubblico con dei cartelli in cui c’è scritto a caratteri maiuscoli molto visibili: 1.“Come andrà a finire?” 2.“La moglie ebrea tornerà in Germania?” 3.”Amsterdam 1944 : rastrellamento degli ebrei destinazione Auschwitz” 4.“Ricordate Anna Frank? Era di Amsterdam”.  Altri eventualmente costruiti dai ragazzi/e con riflessioni libere anche virati sull’attualità, Kossovo, Cecenia . I ragazzi/e, vestiti normalmente come durante le lezioni, procedono a zig zag tra il pubblico, ma con i cartelli in sequenza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scena 4°

 

 

I LADRONI ASSASSINI IN CONSIGLIO(4)

 

 

            I soliti ragazzi/e. Spostano i cartelli della scena precedente e li mettono insieme agli altri accatastati su una parete. Altri due, cappello di giornale in testa e tuta sporca, magari fischiettando, depositano in primo piano  altri due cartelli con il titolo “10/12 novembre 1938: la notte dei cristalli“ e “I ladroni assassini  in consiglio”.

Entrano in scena tre personaggi in abito grigio e cravatta, con un’enorme maschera in capo: sono:. Goering, Goebbels, Heydrich.

 

La notte dei cristalli

 

Goering: “Signori, la seduta odierna è di importanza decisiva. Ho ricevuto l’ordine del Fuhrer  di trattare fino in fondo la questione ebraica.

Goebbels: In ogni caso questa notte in tute le città tedesche sono stati distrutti negozi e sinagoghe. Il terreno dove sorgevano potrà essere utilizzato per costruirvi giardini, case per tedeschi di sangue ariano.

Goering: Quante sinagoghe sono state incendiate?

Heydrich. Sono state incendiate centouno sinagoghe e settecento demolite. Distrutti settemilacinquecento negozi.

Goebbels: E’ l,’occasione per far scomparire tutte le sinagoghe. Quelle che non sono perfettamente intatte andranno demolite. I loro proprietari, gli ebrei, dovranno sobbarcarsi le spese di demolizione.

            E’ il momento di emanare un’ordinanza che vieti agli ebrei di frequentare teatri, cinematografi, circhi tedeschi. Non possiamo tollerare che possano sedere nelle sale di spettacoli a fianco dei tedeschi. Per i  trasporti è indispensabile che gli ebrei scompaiano del tutto dalla circolazione nei mezzi pubblici. Basta con le promiscuità.

Goering. Se non c’è bisogno di dirlo espressamente. Se il treno è pieno l’ebreo sarà schiaffato a calci sul culo fuori dalla porta e potrà starsene nel cesso per tutto il resto del viaggio.

 (Tutti ridono sguaiatamente, qualcuno, preso da un eccesso di risa, batte più volte il pugno sul tavolo)

Goebbels. Un’altra ordinanza  dovrà vietare agli ebrei di frequentare le località di villeggiatura tedesche.....(riflette un pò, accarezzandosi il mento) Mi domando se non sia il caso di proibire loro l’accesso alle foreste tedesche.

Goering: Benissimo, metteremo a disposizione una parte della foresta. Faremo arrivare le varie specie di animali che assomigliano maledettamente agli ebrei: il cervo per esempio per quel suo naso adunco come il loro.. (Di nuovo tutti ridono divertiti, qualcuno, preso da un eccesso di risa, batte più volte il pugno sul tavolo)

Goebbels: E la scuola?  E’ intollerabile che mio figlio stia seduto in un liceo tedesco accanto ad un ebreo mentre gli insegnano la storia tedesca.

Heydrich: E’ indispensabile allontanare gli ebrei  dalle scuole tedesche...propongo inoltre che venga ritirato agli ebrei qualsiasi concessione personale, come ad esempio la patente automobilistica... Goering:...e che venga loro vietato di possedere automobili, che venga limitata la loro libertà per mezzo di divieti di residenza e di soggiorno...

Goebbels:: Così per gli ospedali. Un ebreo non deve essere curato neòllo stesso ospedale in cui è ricoverato un ariano.....

Entra Hilgard - un rappresentante delle assicurazioni tedesche – agitato ed affannato.

Hilgard: Un disastro, è successo un disastro con  tutte quelle sinagoghe e quei negozi distrutti.

Goering. Ma cosa dice mai? E’ impazzito?

Hilgard. Erano tutti assicurati presso  la nostra assicurazione, contro ogni tipo di danno Abbiamo sbagliato! . E adesso dobbiamo rimborsarli tutti. Pensate che la gioielleria Margraf, uno dei più grandi negozi, è stata saccheggiata, ci ha dichiarato di un milione e settecentomila marchi di danni.

Goering (isterico): Heydrich, dovete recuperarmi tutti i gioielli!

Heydrich. Abbiamo già arrestato centinaia di ladri e stiamo per recuperare gli oggetti....

Goering: E i gioielli?

Heydrich: Difficile dirlo. I gioielli e le pellicce sono stati gettati nella strada e raccattati non  si sa da chi. Spesso sono stati i bambini che, giocando, si sono riempiti le tasche.

Goering. Avrei preferito  togliere  di mezzo duecento ebrei piuttosto che vedere distrutti valori di quel genere.....

(Silenzio, gitano pensierosi attorno al tavolo e per la stanza

Goebbels: (si ferma con aria soddisfatta) Ma un rimedio c’è! L’assicurazione versa la somma richiesta e subito  lo stato la requisisce a rimborso delle spese di risistemazione delle città danneggiate!

( Battimani e risate).

Heydrich : Rimane sempre il problema della presenza degli ebrei. Se li raduniamo in città isolate, avremo sempre il pericolo dei focolai e della criminalità (pausa di silenzio) Propongo che ciascuno di loro porti  indosso un distintivo speciale, ben evidente, così saranno riconoscibili!

Goering. Ottimo! E per finire, se applichiamo agli ebrei un’ ammenda di un miliardo di marchi a titolo di contributo? Con questa formulazione: “Agli ebrei tedeschi, a punizione dei loro delitti odiosi, viene inflitta globalmente la tassazione di un miliardo”. CI sarà da ridere!

Tra risa generali la proposta è approvata e la seduta è sciolta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

II ATTO

 

 

Stacco introduttivo del secondo atto. Alcuni ragazzi, a scena aperta,  portano via i cartelli ed i materiali accumulati durante il primo atto. Altri due o tre attraccano alla parete due grandi cartelli scritti a mano con date e nomi alla rinfusa (oppure sullo sfondo diapositive della II Guerra mondiale in carattere ben visibili alcune date fra quelle riportate sotto)

 

Intanto sul palco entra un ragazzo in nero, col volto bianco (da mimo) che racconta alcune barzellette(5).

 

Ragazzo: Una bella anziana signora ebrea nel 1940 entra in un ristorante di Berlino e si siede ad un tavolo.

Sul suo elegante cappotto spicca la stella gialla cucita sul petto.

Immediatamente arriva il cameriere:

“Signora, in questo locale non serviamo ebrei!”

“Non si preoccupai, caro, tanto non li mangio”.

 

Un ispettore nazista visita una scuola e chiede ad un bambino:

“Chi è tuo padre?”

“Il nostro Fuhrer”

“Chi è tua madre?”

“La Germania nazista”

“E cosa vuoi diventare da grande?”

“Orfano”.

 

 

 Se il mondo va in rovina, è tutta colpa degli ebrei!” esclamò un signore:

“Come ha ragione – ammise un vecchio ebreo – degli ebrei e dei ciclisti!”

“Perchè dei ciclisti?” si stupì il signore.

“E perchè degli ebrei?” chiese il vecchio ebreo.

 

 

 

Hitler in visita nei campi di sterminio: “Da domani voi tutti mangerete carne di maiale!”

La folla ebraica: “Finalmente, era ora, maledetti porci!”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scena I°.

 

 

 

LE ELIMINAZIONI CAOTICHE – IL BATTAGLIONE 101 (6).

 

In scena, in controluce, si muovono, mimando un passo di marcia ma senza spostarsi, dodici ragazzi in fila da quattro: un tamburo sottolinea il passo. Rappresentano il battaglione 101.

Un ragazzo entra in scena da destra rispetto al pubblico. Come un uomo/sandwich. Porta sulle spalle un cartello a due facce su entrambe delle quali, a pennarello rosso, con grande evidenza, sta scritto: Che non scappi nessuno. Così viene ordinato.  Attraversa la scena, si ferma sulla sinistra con una delle facce del cartello volte verso  il pubblico. Sulla scena c’è al centro un piccolo podio con microfono e leggio. La scena si oscura, la luce batte solo sul leggio, a parte l’uomo sandwich che deve essere visibile. Entra un ragazzo/a, sale sul podio. Si illuminano solo le mani ed i foglio bianco che, il viso ed il resto nascosto dal buio ,viene letto con tono militaresco, a battute secche, appunto come un legge, un ordine severo ed obbligatorio. L’effetto del nascondimento della persona può essere accresciuto facendo indossare al lettore/trice  un abito (maglia, gonna o jeans) nero: è come se gli ordini venissero da un altro pianeta, li ha prodotti una macchina, un sistema terribile ed anonimo. Durante la lettura continua il movimento di marcia sul posto del battaglione.

 

 

 

 

Lettore 1: Che non scappi nessuno. Così viene ordinato.

 

1)     Per i rastrellamenti le forse armate devono essere dotate di asce, scuri ed altri strumenti per forzare porte e finestre.

2)     Ispezionare accuratamente ogni granaio , anche se dall’esterno non si noti presenza di persone.

3)     Uomini, donne e bambini possono  nascondersi tra il pavimento ed  il suolo. Per stanarli togliere le tavole del pavimento, mandare cani poliziotti  - nelle operazioni a Pinsk il cane poliziotto Oste ha fatto meraviglie  - o, ancor meglio, lanciare bombe a mano.

4)     Intorno alle case  tastare il terreno con un oggetto duro per scoprire gli ebrei nascosti nelle buche ben mimetizzate.

5)     Per scoprire i nascondigli più impensati  ricorrere all’aiuto di ragazzi, dietro promessa di aver salva la vita. Il sistema ha sempre funzionato bene.

 

(Tra  un paragrafo e l’altro una breve pausa. Nell’ultimo paragrafo sillabare lentamente la parte ricorrere all’aiuto di ragazzi”)

 

    Lettrice/lettore sparisce dietro le quinte. Non si vede la persona per il buio della scena. Si sentono però distintamente i passi dell’uscita di scena (usare scarpe con tacchetti rumorosi) Il  ragazzo sandwich, visibile, esce di scena da sinistra. Da destra entra un altro ragazzo anche lui con un cartello a doppia scritta. Si comporta come il primo fermandosi sul lato sinistro della scena visibile al pubblico. Da dietro le quinte si sentono dei passi di qualcuno/a che sale sul podio. Stessa illuminazione, stessa visibilità parziale, stesso abbigliamento scuro. Musica di guerra, rumori, spari, grida, se possibile,  o solo sonorità belliche. Nel cartello c’è scritto: “In azione a Zamosc”. La voce lettrice è spaventata, ancora agitata per l’orrore vissuto ed ora narrato. Continua il movimento di marcia sul posto del battaglione”

 

In azione a Zamosc (7)

 

Lettore 2: 11 agosto 1942, sabato. SS, Sd e gendarmeria si scagliarono, come un’orda selvaggia, sul quartiere ebraico. Sorpresa assoluta. Militari a cavallo seminavano il panico per le vie, correvano all’impazzata, gridavano, picchiavano la gente con gli scudisci.

            La nostra comunità contava allora diecimila persone. Non ci fu nemmeno il tempo di rendersi conto di quel che stava succedendo. In un batter d’occhio tremila  persone - uomini, donne, bambini, vecchi, malati - furono prese a caso per le vie, nelle case. Spinte con violenza verso la stazione, furono caricate sui treni come animali da macello e deportate per ignota destinazione.

            Passato l’attacco, i sopravvissuti erano pazzi di paura e di orrore. Morti e feriti da tutte le parti, lungo le vie, dentro le case, bimbi lanciati dal secondo, terzo piano giacevano sfracellati al suolo.         

 

 

 

Schifo e paura (7).

 

Movimenti di scena come sopra. Sul cartello la scritta. “Schifo e paura”. Nessuna musica. Un grande silenzio.

Lettore 3: La fucilazione era ripugnante. Non riuscivo più a mirare bene. Mancai il mio quarto uomo. Mi venne da vomitare. Scappai dal luogo dell’esecuzione. Non, così non è esatto. Mi sono espresso male. Non è che non potevo più mirare bene. Ho sbagliato apposta perchè non ne potevo più. I miei nervi era completamente a pezzi. Sono scappato nel bosco, vomitai e mi sedetti contro un albero. Volevo restare solo. Per essere sicuro che nei paraggi non vi fosse nessuno, lanciai un richiamo a voce alta. Penso di essere rimasto da solo nel bosco per due o tre ore. 

 

 

Movimenti di scena come sopra. Sul cartello la scritta. Lettera dal fronte”. Nella prima parte tono quasi scherzoso, da sbruffone. Nella seconda parte, quando parla della moglie, toni teneri anche con qualche esagerazione di sdolcinatezza. Insomma, dopo aver massacrato famiglie intere, uomini, donne e bambini dice: come  sono disgraziato ed infelice senza la mia famiglia. La lettera è molto personale. Lettore/lettrice, sempre in nero, visibilissimo. Musica “privata” (canzonette come sottofondo).

 

 

“Lettera dal fronte”(7).

                                              

Lettore 1: (Tono quasi scherzoso, da sbruffone)            Kamenetz-Podolsk, 5 maggio 1942

            Illustrissimo Signor Tenente Generale, d un mese mi trovo a K.. Con ventitrè gendarmi devo amministrare un territorio grande come un distretto governativo. Faccio di tutto, procuratore, giudice, esecutore.

            Qui non si dorme. Tre o quattro azioni alla settimana. Ora gli ebrei, ora i boemi, i partigiani ed ogni sorta di canaglia. Abbiamo fatto un bel lavoro di pulizia, specialmente con gli ebrei. Anche la popolazione deve essere tenuta a freno con estrema fermezza. Quegli i sporchi Giudei fanno parte della nostra clientela. Di quelli di  Kamenetz-Podolsk non resta che una percentuale minima, su ventiquattromila che erano. Facciamo piazza pulita senza rimorsi e poi...”Le onde si placano, il mondo è in pace...”. Ne avrò da raccontare ai miei bambini.

            Però la mia famiglia  è ben disgraziata. Sono in guerra ormai da due anni. Non che qui stia male: ho un grazioso appartamento in un nido d’infanzia, camera da letto, salotto, tutto il necessario. Non manca niente. Salvo mia moglie ed i miei bambini (toni teneri, anche con qualche esagerazione di sdolcinatezza). Il mio Dieter e la mia piccola Lina mi scrivono spesso. Tante volte si avrebbe voglia di gridare. Non è bene amare i bambini fino a questo punto.

           

           

Dal buio e dalla penombra si passa ad una illuminazione piena, come fosse giorno. Niente musica. Il solito Sul cartello è scritto “L’interrogatorio”. Gli interroganti tengono un comportamento severo, da militari, un poco rigidi. L’interrogato si adegua in modo naturale, come fosse davanti a suoi superiori. Risponde alzando la voce come le reclute nei films americani.

 

 

 

L’interrogatorio (8).

 

1° Interrogante: Durante l’anno in cui foste a capo dell’Einsatzgruppe D quanti uomini, donne e bambini furono soppressi dal vostro gruppo?”

Battaglione (alzando la voce come le reclute nei films americani):: “Novantamila, signore!. Le istruzioni erano di liquidare gli ebrei ed i commissari politici sovietici”

2° Interrogante: Con liquidare volete dire uccidere?

Battaglione “Signorsì, signore! L’ordine era che la popolazione ebrea doveva essere tutta sterminata”

1° Interrogante: Compresi i bambini?

Battaglione : Signorsì, signore!

2° Interrogante: Tutti i bambini ebrei furono massacrati?

Battaglione: Signorsì, signore!

 

Per tutta la durata della scena una luce illumina il percorso del battaglione 101 come da carta geografica. Se si riesce a fare un programma al computer il movimento indicato all’inizio deve essere ripetuto per tutta la durata della scena. I ragazzi escono di scena.

 

Leggero stacco. Si portano via i cartelli precedenti.

 

 

Scena II°

 

I CAMPI DI STERMINIO.

 

Un ragazzo ed una ragazza entrano in scena. Uno dei due ha in mano un dizionario. Cerca le parole massacro, sterminio, genocidio e le detta all’altro che le scrive sul fondo in vernice rossa che deve gocciolare un pò . Accanto a ciascuna di esse, su dettatura dell’altro ragazzo che le cerca  nel dizionario, scrive le definizioni.

Ragazzo: Massacro. Strage perpetrata con sanguinario accanimento. Sterminio. Soppressione spietata e sanguinosa di masse di persone. Genocidio. Metodica distruzione di un gruppo etnico attraverso lo sterminio dei suoi individui.

Fin qui senza musica. Proiettare sullo stesso schermo in modo che si confondano e sovrappongano la cartine dei campi di sterminio (in diapositiva) – Auschiwitz, Chelmo, Sobibor, Treblinka,   Majdanek,  san Sabba (Italia), Malines (Belgio). I due ragazzi escono.

Dietro i pannelli in controluce si vedono delle figure che camminano in fila indiana. Sono visibilmente affaticate: avanzano con il capo chino e le spalle ripiegate in avanti, con la lentezza di chi non ne può più. Il movimento da sinistra a destra finisce entro un quadro nero, una porta, un antro senza ritorno. I ragazzi e le ragazze vi passano dietro, tornano all’inizio dando alla fila che si muove il senso di un’infinita continuità.

Due ragazzi sistemano al centro della scena una seggiola. o una sgabello. Ad ogni scena piazzano davanti al pubblico un cartello con  la descrizione del contenuto rappresentato/detto. La luce al di qua dello schermo è quasi in esistente. Si vede e si sente che uno speaker sale sulla seggiola/sgabello/podio e legge, come nelle scene precedenti, dei testi predefiniti di provenienza. Rumori sordi, macchine ansanti, stridii di meccanismi. Nessun suono umano. Un ragazzo porta un cartello con la scritta “Soluzione finale.

Fra il pubblico, in ordine sparso, come a frugare la terra, alcuni ragazzi recitano a voce molto alta.

 

 

Masada (distrutta nel 93 e.v. - disseppellita 1965 e.v.)

 

Teste

Cementate

Da cocci immortali.

 

Un sandalo

Un sacchetto di cuoio con sale

Povere collane

 

Resti di fichi

Cereali

Trascoloranti pergamene scritte.

 

Più

Le ossa dei bambini

E in mezzo ai teschi

 

Capelli nemmeno grigi

Con brani di carne

 

Non millenovecento anni

Solo vent’anni

Soltanto Auschwitz

 

Erich Fried – 1991

 

 

 

 

 

 

 

La soluzione finale.

 

Un ragazzo/a entra in scena, sale sullo sgabello e si mette a raccontare.

 

Ragazzo/a (senza particolare emozione):La soluzione finale (9) (la definizione va pronunciata lentamente) del problema ebraico voleva dire lo sterminio di tutti gli ebrei d’Europa. Feci una visita a Teblinka per vedere come lavoravano. Il  comandante del campo mi disse di aver sistemato in un semestre 80.000 persone, tutte del ghetto di Varsavia. Mi sembrò poco efficiente. Ad Auschwitz cominciai ad usare il ciclon B, acido prussico in cristalli. Veniva fatto cadere nella camera della morte da una piccola apertura. In pochi minuti, da tre a quindici, tutto era finito. Molto efficace.

Un altro progresso: a Treblinka gli ebrei quasi sempre sapevano che sarebbero stati eliminati. Noi facevamo credere che ci sarebbe stata una disinfestazione dai pidocchi. Tutto procedeva più tranquillamente. Non sempre: quando le donne fiutavano l’inganno , cercavano sempre di nascondere i bambini, sotto le vesti o in  qualche altro modo. Non era difficile scoprirle e anche in questo caso si concludeva l’operazione che doveva svolgersi in segreto. Fu impossibile. Sulla zona attorno al campo pesava un orribile fetore nauseante.

 

 

Cartellone: “Lo sterminio un affare, anzi un affarone” .

 

Entra una ragazza con un faldone sotto il braccio, prende la sedia e la sistema più indietro, nello spostamento le cade il faldone e ne escono vari fogli che si sparpagliano a terra; la ragazza si china, ne raccoglie uno, lo scorre, ne prende un altro, si alza.

Ragazza (con tono leggero come se cercasse qualcosa)

 

 

 

 

a. Ditta Erfurt di A.Topf e figli (10)

All’Ufficio Centrale delle Costruzioni

delle SS e della polizia

Auschwitz

 

Oggetto: Crematori 2 e 3 per il campo. 

 

            Accusiamo ricevuta della vostra ordinazione di cinque forni tripli, compresi due ascensori elettrici per portare su  i corpi ed un ascensore di emergenza: L’ordinazione include un’installazione pratica per la riserva di carbone ed un’altra per il trasporto delle ceneri.

 

 

b. Officine Didler di Berlino (10)

 

            Per mettere i corpi nel forno proponiamo una semplice forca di metallo montata su cilindri.

            Ogni forno avrà un fornello di soli pollici 24 per 18, dato che non vengono usate bare. Per il trasporto dei corpi dal luogo di raccolta ai forni proponiamo carrelli leggeri su ruote, di cui accludiamo i disegni in scala ridotta.

 

 

 

c. Ditta H.Kori (10)

 

            In seguito al nostro colloquio circa la fornitura di impianti per la semplice costruzione per la cremazione di morti, vi sottoponiamo i progetti dei nostri forni perfezionati che funzionano a carbone. Con risultati finora assolutamente soddisfacenti.

            Per l’edificio progettato  vi proponiamo due forni crematori, ma vi consigliamo di fare altri accertamenti per essere sicuri che due forni siano sufficienti  al vostro fabbisogno.

            Vi garantiamo l’efficienza dei fornelli di cremazione, nonchè la loro lunga durata, l’uso del miglior materiale e la nostra mano d’opera ineccepibile.

            In attesa di un’ulteriore vostra conferma, restiamo ai vostri ordini.

            Heil Hitler!

(Raccoglie tutti i fogli ed esce)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scena 3°

 

 

“IL GIOCO DEL “CHI LO SA?”

 

Scena buia. Si accendono le luci. Entrano in scena da parti opposte i due presentatori. P1 ha sottobraccio una lavagnetta. Si sistemano al centro della scena.

P2: Signore e signori...

P1: Buonasera!

P2: Benvenuti al gioco....

P1 del...”Chi lo sa?”!

P2La domanda di oggi è.....

P1”Chi era a conoscenza della questione ebraica?”

P2 Ecco alla nostra sinistra........

P1 ...ed alla nostra destra le due squadre...

P2...i rossi ed i gialli! (Entrano di corsa le due squadre di tre concorrenti ciascuna)

I concorrenti iniziano a girare in cerchio pensando ad alta voce le risposte.

C1: MMM....Sicuramente Hitler!

P2 Perfetto!

P1: Ottimo. Un punto a voi!

P2: Forza! Spremetevi le meningi!

I concorrenti continuano a girare.

C2: E poi anche i ministri!

P1: Bravo!

P2: Adesso un punto a Voi!

P1: Avanti! Avanti!

Tutti continuano a pensare camminando

C3: Quindi i generali!

D’ora in poi le risposte si susseguono senza intervalli

Ca: Certo, e gli ufficiali!

C5: allora anche i soldati!

C6: i dirigenti delle fabbriche!

C1: e i commercianti, gli artigiani...

C3: ..gli operai, i contadini....

C5: Per non parlare dei capistazione!

C6: Ma anche degli impiegati delle stazioni!

C2: Ma allora tutti i ferrovieri!

C4: E quindi gli impiegati delle fabbriche ed i capireparto!

C1: E le famiglie di queste persone!

C3: E i loro amici!

C6: Ma anche i potenti del mondo....

C2: Sì, gli Stati Uniti e l’Inghilterra....

Ca:......la Francia e l’Urss...

C5: e il Papato!

Silenzio e stupore! I presentatori, che fino ad ora hanno segnato le crocette sulla lavagna, anch’essi stupiti fissano il tabellone

P1: Ma allora.....

P2: .....lo sapevano tutti.

Tutti i concorrenti ed i due presentatori fissano molto stupiti il tabellone. Ora nascerà un’altra domanda: come mai non è intervenuto nessuno? Perchè nessuno ha fatto qualcosa in modo che gli eventi cambiassero? Forse l’indifferenza, il menefreghismo.....ma chissà!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chi sapeva..... sapeva..... sapeva....... sapeva chi

 

Hitler

 

Hitler..  Himmel.....Goering...Heyndrich  .. Hitler

 

 

 

Hitler ...   Generali,......generali......generali.......generali.....generali...generali ... Hitler

 

 

Hitler  .. Ufficiali...ufficiali...ufficiali.....ufficiali.....ufficiali. ufficiali... Ufficiali....Ufficiali...Ufficiali ..Hitler

 

 

Hitler.. Soldati....soldati....soldati...soldati...soldati....soldati.....soldati...soldati.. Hitler

 

Hitler  ..Commercianti....artigiani...operai....contadini .. Hitler

 

 

Hitler ..Ferrovieri...impiegati statali.. dirigenti.. Hitler

 

Hitler ....I potenti del mondo ..... Hitler

 

Hitler   ....   Stati      uniti  ....   Hitler

 

Hitler  ... Inghilterra .... Hitler

 

Hitler. ... Francia .... Hitler

 

Hitler....Urss.....Hitler

 

Hitler.Papato .Hitler

 

 

 

Hitler

 

 

Ma allora......sapevano tutti !

 

 

 

 

 

4° scena.    

 

ALMA ROSE’(11).

 

Scena buia. Un ragazzo entra in scena con un cartello che deposita di fronte al pubblico. Sul cartello  la scritta :  Alma Rosè, viennese, violinista, ebrea, vent’anni”.

Luce dall’alto, a cono,  sul centro della scena dove illumina una ragazza in jeans e maglietta, senza nessun trucco, al naturale. E’ ferma in faccia al pubblico, seria, in attesa. Accanto a lei una poltrona rossa e, più avanzato, verso il pubblico un cubo dell’altezza di mezzo metro circa.

 Dalla destra entrano, alternandosi, tre ragazzi e tre ragazze che lasciano sulla poltrona un dono per Alma: una rosa, un abito bianco , una fascia rossa (ragazzo), delle scarpette possibilmente rosse , un gioiello appariscente, un capellino fuori moda. Rientrano in scena le tre ragazze che procedono lentamente,  come fosse una vestizione sacra, a vestire Alma. Finita la vestizione una ragazza offre ad Alma una bacchetta da maestro d’orchestra.

Alma sale sul cubo e batte con la bacchetta su un leggio immaginario. Da fuori scena devono sentirsi i colpi secchi di legno contro legno. Alma alza la bacchetta e ha inizio una musica classica (un notturno di Chopin? ). Dopo poche battute da fuori scena rumori, borbottii, risate, tintinnio di bicchieri. Alma alza la bacchetta e di nuove la batte per due o tre volte sull’immaginario leggio. Da fuori scena i suoni i secchi di legno contro legno. La musica si ferma. Silenzio. Alma agita la bacchetta e la musica riprende. Tre volte la stessa scena. Poi il silenzio si fa stabile ed il notturno va alla sua conclusione.

Buio. Luce di nuovo. Attorno ad Alma le tre ragazze che hanno portato i doni.

Prima ragazza: Ma sei matta a comportarti così! I tedeschi non scherzano!

Seconda ragazza: Così metti in pericolo anche noi che non c’entriamo niente con la tua musica!

Terza ragazza: E poi perchè tutto questo orgoglio? Qui siamo tutte uguali.

Alma: E’ vero! Siamo sorelle, siamo tutte uguali  in questo inferno, tra noi, ma per loro (con la mano fa un gesto largo per indicare  là fuori) no...non dobbiamo essere uguali....magari per una volta sola dobbiamo cantare la dignità della nostra gente, della musica che esalta ed unisce, della vita.......

Le luci si spengono. Buio in scena. Per qualche minuto. Il pubblico deve avere la sensazione che lo spettacolo sia finito. D’improvviso le luce si riaccende a cono sul centro della scena: in terra sparse in disordine le vesti di Alma e, in mezzo, da rendere evidentissima con la luce, la poltrona rossa con una freschissima rosa bianca.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Informazioni storiche, note, bibliografia,

filmografia, siti internet

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Breve cronologia sul nazismo:

 

!933 – Hitler diventa capo del nuovo governo su incarico del Presidente dello Stato, il vecchio  generale Hindenburg. La prime misure del nuovo governo sono dirette a limitare le libertà di organizzazione democratica: vengono messi fuori legge le organizzazioni sindacali dei lavoratori ed i partiti. Per tenere sotto controllo gli avversari politici vengono istituiti i primi campi di concentramento, come quello di Dachau. Nello stesso anno viene organizzato il boicottaggio contro le attività ebraiche, si discriminano gli ebrei nell’amministrazione statale, nella scuola e nelle attività pubbliche.

 

1934 – La notte dei lunghi coltelli nel corso della quale vengono eliminati i nemici interni al partito nazionalsocialismo con l’assassinio del capo delle SA Roehm.     

 .

1935 – A Norimberga vengono proclamate le leggi razziali contro gli ebrei in nome della protezione del sangue e dell’onore tedesco (15 settembre 1935)

 

1938 – La Germania del Reich, dopo un lungo braccio di ferro con Mussolini, invade  l’Austria e l’annette al Reich (il c.d. Anschluss). Nella notte dei cristalli (9/10 novembre) il governo nazista incita la folla a scagliarsi contro gli ebrei ed a bruciare le loro sinagoghe.

 

15/3/39 – Invasione e distruzione della Cecoslovacchia

 

1/9/39 -  Invasione della Polonia. Espansione militare nell’Europa orientale (Lebensraum = spazio vitale). In settembre ha inizio la seconda guerra mondiale.

 

1940 – L’esercito tedesco, con una guerra lampo (Blitzkrieg) invade la Danimarca, la Norvegia, l’Olanda, il Belgio, il Lussemburgo e la Francia . Il 14 giugno la Wermacht - l’esercito tedesco - entra a Parigi

 

1941 - Aggressione all’Unione Sovietica. Nei i villaggi e nelle città  dell’est europeo, con le eliminazioni caotiche,  inizia lo sterminio sistematico delle comunità ebraiche sia con massacri di massa che con le deportazioni forzate verso i campi di concentramento e lavoro e di sterminio. Viene dichiarata la necessità dello sterminio della dirigenza polacca, laica e religiosa,

 

1942 - Conferenza di Wannsee dove viene decisa la soluzione finale e definite le modalità di soppressione degli ebrei.

 

1943 – Il 31/1/43 la Sesta armata tedesca è sconfitta e distrutta a Stalingrado. In settembre  inizia l’occupazione dell’Italia ex alleata. Il 16/10/1943 rastrellamento del quartiere ebraico di Roma e, nonostante il pagamento di in un ingentissimo riscatto (50 chili d’oro) il generale Kappler procede alla deportazione degli ebrei romani.

 

1944 – Nel giugno gli americani, dopo una battaglia sanguinosa  (vedi il Soldato Rayan), sbarcano in Normandia. Nell’inverno tra il 44 e il 45 i tedeschi costringono migliaia di deportati ebrei a lunghe marce (marce della morte) per sottrarli all’arrivo degli eserciti alleati

 

1945 – Febbraio. Le potenze alleate nelle persone dei loro massimi dirigenti, Roosvelt (USA), Churchill (Inghilterra) e Stalin (URSS), decidono l’occupazione della Germania. Nel gennaio l’esercito sovietico ha liberato il campo di sterminio di Auschwitz. In aprile gli americani liberano i campo di concentramento di Buchenwald e Dachau, gli inglesi quello di Belsen-Belsen

 

30/4/45 Hitler si suicida nel bunker di Berlino assieme alla moglie Eva Braun.

 

8/5/45 Capitolazione senza condizione delle forze armate tedesche.

 

19/11/45 Inizia il processo di Norimberga contro i dirigenti del nazismo con l’accusa di  crimini contro l’umanità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GLOSSARIO

 

Campo di lavoro – Luoghi di reclusione in cui i deportati schiavi – ebrei, prigionieri di guerra, civili – venivano costretti a lavori forzati – nelle miniere, nelle fabbriche, nei campi – per far funzionare l’economia della Germania nazista. Da poco i sopravvissuti sono stati ammessi ad un risarcimento danni a carico.

Campi di concentramento – Luoghi in cui le persone venivano confinate a causa della loro identità (ebrei, zingari), del loro comportamento (omosessuali, delinquenti comuni, ecc.) o per le loro convinzioni (comunisti, socialisti, oppositori cristiani, testimoni di Geova). La maggior parte dei campi fu utilizzata come campi di lavoro e luoghi di sterminio delle popolazioni civili dei paesi conquistati dall’esercito nazista. Campi di lavoro e di concentramento a centinaia coprivano tutti i territori dell’Europa.

Campi di sterminio – Luoghi destinati principalmente allo sterminio razziale. I corpi degli assassinati generalmente venivano bruciati.

Sono stati campi di sterminio: Chelmo, Belzen, Sobibor, Treblinka, Auschwitz-Birkenau, Majdanek, San Sabba (Italia), Malines (Belgio).

Nei campi, disseminati a centinaia in tutta l’Europa sotto il tallone nazista trovarono la morte, per maltrattamenti, denutrizione, malattie e deliberato sterminio oltre 12 milioni di persone delle quali circa 6 milioni di ebrei.

 

 

 

 

 

Gli internati erano distinti per categorie ciascuna  contrassegnata da un segno e da un colore:

 

Giallo (stella)  – ebrei

Rosa – omosessuali

Rosso – prigionieri politici

Verde – criminali comuni

Nero – asociali

Bruno – zingari

Blu – emigrati

Viola – Testimoni di Geova

 

In un contesto in cui è del tutto impossibile privilegiare, almeno nella memoria, una storia rispetto ad un altra, non ci si può tuttavia dimenticare di uno – perchè tanti ce ne furono – degli episodi più straordinari di resistenza popolare ebraica al nazismo. In una disperata insurrezione, la Varsavia ebraica, ristretta nello spazio angusto del ghetto, dal 1° agosto al 2 ottobre del 1943 resistette, guidata da Organizzazioni clandestine, all’agguerrito ed armatissimo esercito nazista.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(1)   La conoscenza di sè, degli altri, del mondo è una nascita che si realizza mediante la fisicità del corpo, lo sguardo e la parola. Arrivati alla parola si è sulla soglia della responsabilità.

(2)  Il discorso di Hitler è riportato in Rausching Hermann. Discorsi su Hitler,

(3)  Per un certo periodo dopo la promulgazione delle leggi razziali fu possibile lasciare la Germania ed i territori del Reich tedesco. Molti, moltissimi ebrei, nonostante tutte le persecuzioni evidenti, confidavano che la tempesta sarebbe passata . La donna dell’episodio si appresta infatti ad espatriare verso Amsterdam, non casualmente perchè vi viveva e prosperava una delle comunità ebraiche più importanti d’Europa.

(4)  I dialoghi, pur riadattati dai ragazzi e dalle ragazze, sono tratti da un verbale del consiglio del Reich tenuto in  occasione della notte dei cristalli. E’ riportato integralmente in Poliakov Leon, Il nazismo e lo sterminio degli ebrei, Einadi Editore, Torino 1971

(5)  Le storie, un esempio dell’ironia ebraica per circostanze drammatiche, sono raccontate da Moni Ovadia (vedi opere richiamate in bibliografia minima)

(6)  La storia del battaglione 101 è tratta da Browning Christopher, Uomini comuni, Polizia tedesca e soluzione finale in Polonia, Einaudi editore, Torino 1995. Il profilo del battaglione che da solo in un anno assassinò e deportò oltre 90.000 ebrei, è così delineabile:

Composizione quantitativa:

-        circa 500 unità di circa 140 uomini ciascuna

 

Composizione militare:

11 ufficiali di divisione

5 ufficiali amministrativi (paghe, alloggi, approvvigionamenti)

                486 di truppa compresi i sottoufficiali

* sottoufficiali effettivi 22 iscritti al partito nazista – 2 SS – età dai 33/35             anni

* sottoufficiali riservisti: iscritti al partito nazista – nessuna SS – età dai 33ai 48                                

1 medico ed il suo aiutante

vari autieri e furieri addetti alle comunicazioni

 

Composizione sociale:

63% operai, soprattutto manovali

35% ceto medio (impiegati, imprenditori)               

  2% professionisti    

 

Provenienza:              Amburgo

 

Armamenti

                 Carabine per la truppa, fucili mitragliatori per i sottoufficiali , per ogni compagnia: una mitragliatrice pesante.

 

Al comando il maggiore Wilhelm Trapp, anni 53, veterano della prima guerra mondiale.

(7) – I brani, tratti da documentazione originale, si trovano in Poliakov Leon, citato.

(8) – Il dialogo è un riadattamento di un verbale stenografico di un interrogatorio durante il processo di Norimberga. E’ riportato in Shirer William, Storia del terzo Reich, Einaudi editore, Torino 1962, vol. II, cap. XXVII.

 

(9) – Il brano è tratto da Hoess Rudolf, Comandante ad Auschwitz, Einuadi editore, Torino 1985

 

(10) – In Poliakov Leon citato.

 

(11) -  Si trattava di una giovanissima violinista viennese, internata come ebrea nel campo femminile di Birkenau. Per la mancanza di direttori di sesso maschile tutti soppressi nelle camere a gas, venne chiamata a dirigere l’orchestra sinfonica di Auschwitz-Birkenau. Volle svolgere tale incarico con professionalità e rigore, come certamente era stata abituata a fare dal padre, Arnold Rosè, violinista austriaco, primo violino dell’Orchestra Filarmonica di Vienna e fondatore di un famoso quartetto, appunto il quartetto Rosè. Dopo alcuni mesi scomparve anch’ essa nella bufera delle camere a gas.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA MINIMA

 

 

Berg Mary, Il ghetto di Varsavia, Einaudi editore, Torino 1991

 

Colletti Enzo, La soluzione finale. Lo sterminio degli ebrei, Tascabili economici Newton, 1995.

 

De Benedetti Giacomo, 16 ottobre 1943. Edizioni Sellerio, Palermo1993.

 

Frank Anna, Diario, Einaudi Editore, Torino.

 

Fried Erich, Talvolta persino si rideva, Feltrinelli Editore, Milano 1989.

Gilbert Martin, Atlante di storia ebraica La Giuntina editrice, Firenze 1993

 

Grynberg Ann, Shoah, Gli ebrei e la catastrofe, Universale Electa Gallimard, 1995

 

Joffo Joseph, Un sacchetto di biglie, Sansoni per la scuola, 1989.

 

Levi Primo, Se questo è un uomo, Einaudi Editore, Torino 1989.

 

Loy Rosetta, La parola ebreo, Einaudi Editore, Torino 1997

 

Moni Ovadia, L’Ebreo che ride, Einaudi Editore, Torino 1998

 

Uhlman Fred, L’amico ritrovato, Feltrinelli Editore, Milano 1989.

 

Wiesel Elie, La notte, La Giuntina Editrice, Firenze 1986.

FILMOGRAFIA MINIMA

 

 

Arrivederci ragazzi, di Louis Malle - 1987

 

I dannati di Varsavia di  Andrzy Wajda - 1957

 

Il diario di Anna Frank di Stevens - 1959

 

Il dittatore di Chaplin - 1940

 

Il dottor Korczak di  Andrzy Wajda - 1990

 

Jona nel ventre della balena di  Roberto Faenza - 1933

 

Kapo di Gillo Pontecorvo - 1959

 

L’amico ritrovato di Schatzberg Jerry – 1989

 

L’oro di Roma di Carlo Lizzani - 1961

 

 L’uomo del banco dei pegni di Sidney Lumet - 1965

 

L’uomo di Kiev di John Frankerheimer (1968)

 

La vita è bella di Roberto Benigni

 

Schindler List di Stevens Spielberg - 1994

 

Train de vie (Treno per vivere) di Radu Mihaileanu (1998)

 

Vincitori e vinti di Stanley Kramer – 1961

 

LA SHOAH IN INTERNET (siti italiani).

 

Degli innumerevoli siti internet dedicati alla Shoah se ne indicano alcuni in  lingua italiana.

 

Http://www.italya.net/shoah/shoah.htm

Sito molto completo, che offre una panoramica esauriente ed autorevole sulla Shoah, grazie anche ai numerosi link sull’argomento.

 

Http://services.csi.it/-major/weil/present.htm

Sito di tipo didattico realizzato da una classe quinta del Liceo Scientifico “Majorana” di Moncalieri

 

Http://www.isiw3.com/swc/resource/36itque1.htm

36 domande e risposte sulla Shoah a cura del Centro Wiesenthal

 

Http://www.mediatec.it/blumagazine/E/1.htm

Storia ed intervista di una sopravvissuta ad Auschwitz.

 

Http://www.enet.it/hpg/arsnova/horror/aush/campo1.htm

Viaggio virtuale al campo di Aushwitz-Birkernau, con testo ed immagini.

 

http://www.windcloak.it/cultura/risiera/laris.htm

Sito che illustra la Risiera di San Sabba, campo di sterminio italiano nei pressi di Trieste.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Schede di lavoro, immagini.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si riportano, a puro titolo esemplificativo, alcune delle moltissime schede di lavoro elaborate dai ragazzi e dalle ragazze della classe nel corso della fase “costruttiva” del testo dello spettacolo e due immagini riguardanti il boicottaggio e l’obbligo per gli ebrei della stessa gialla. Tante altre, e certamente più crudele e terribili, si possono trovare e vedere, sia su alcuni dei volumi indicati in bibliografia, sia sui siti Internet segnalati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hanno patrocinato l’iniziativa:

 

Amicizia ebraico-cristiana - Romagna

Ass.naz.le partigiani d’Italia - Russi

Banca popolare - Ravenna

C.G.I.L – Provincia di Ravenna

Comune - Ravenna

Comune - Russi

Provincia - Ravenna